La Badini: Talamo

LA BADINI è un collettivo Perforante. Così si definisce. Al suo attivo ha un lavoro sostenuto dall’espressione corporea che coinvolge e coagula esperienze, persone luoghi, situazioni. Alla base principi chiari e forti che non rimangono però confinati nelle certezze, ma si spingono nel dubbio insinuando contaminazioni sottili, virali, sensoriali. Tra i fondamenti c’è l’interesse per l‘arte intesa quale rapporto, rivolta non più al prodotto artistico, ma all’universo delle relazioni che lo produce, lo crea, lo condivide. Vi è poi l’avversità verso il pensiero dicotomico (bello-brutto; buono-cattivo; bene-male) che storicamente ha creato, e ancor oggi crea, scorciatoie del pensiero inaccettabili; vi è inoltre fastidio per i “grandi argomenti” e per ogni situazione che ne può derivare in termini relazionali, comportamentali, dialettici, estetici. Su quest’ultimo punto, artisticamente parlando, La Badini opera consapevolmente nell’indifferenza verso ogni estetica tradizionalmente intesa. Inoltre, in termini di diffusione e affermazione di mercato, vive nella convinzione che sia necessario esplorare pacificamente nuovi territori, creare "innovazione di valore “e cambiare l'approccio mentale per definire nuovi spazi di espressione e diffusione anziché immergersi nel tradizionale, in quel sanguinolento “oceano rosso” ove la sopravvivenza è affermazione basata sulla sconfitta dell’altro. In merito alla sua operatività in ambito creativo La Badini ha ideato, condiviso, realizzato e diffuso progetti come Take Away- arte domestica per asporto (2008), La teoria delle Stringhe (Primo Premio Arte Laguna 2011) e si appresta ora a TALAMO, progetto che parte dal letto un tempo “coniugale” come luogo denso di corporeità e percezione, sogno, tabù, desiderio.  Il lavoro si imposta sulla “estetica relazionale”, per citare Nicolas Bourriaud, nell’assunto che “ogni forma è una contrattazione” e che l’interattività è alla base di ogni presupposto creativo. Anche TALAMO è generato come luogo artistico d’impianto partecipativo prima che opera d’arte d’impianto estetico e referenziale. Accoglie e rilancia infatti quella parte della ricerca artistica contemporanea che costringe a una rivisitazione dei rapporti tra i vari soggetti del sistema e più largamente a una ricollocazione di senso dell’arte stessa. Per realizzare i suoi progetti La badini attiva gruppi sempre diversi, pronti all’accoglienza sulla base della interferenza linguistica e della volontà di mettersi in gioco. E’ evidente che uno degli assunti primi per attraversare l’esperienza artistica è condurre persone all’interno della creazione, in una nuova definizione di rapporto, dove, oltre ogni “estetica” o ruolo, artista e fruitore annullano le distanze e si fanno parte attiva del gioco. In questa fase di elaborazione di Talamo, il collettivo si compone di Giordano Casco, Aldo Ghirardello, Rita Loriga, Ferruccio Macor, Alessandro Rizzi, Alessandro Venuti, Fabrizio Zamero. Insieme hanno organizzato uno stage in cui artisti e fruitori hanno mescolato individualità, competenze, percezioni per arrivare alla dimensione creativa attraverso il corpo, inteso quale catalizzatore e trasformatore di sensazioni. E dopo tre giorni di laboratorio, il collettivo ha proposto il proprio lavoro non come risultato ma esperienza che ha preso la forma di chi l’ha vissuta, praticata, “abitata”. Nulla di predefinito, ma una storia coniugata al presente e pronta a offrirsi a quanti intendono partecipare e con essa giocare, nell’ottica della libera condivisione, ma anche di un principio di scambio che l’offerta creativa è in grado di innescare. Talamo è in fieri e quale forma prenderà, quali esiti produrrà e in quali tempi è difficile a dirsi. TALAMO non è prevedibile se non nell’abbandono di quanto deputato all’arte in termini di contesto, di ruolo, di opera. E il collettivo, sul principio dell’intimità, del corpo, della relazione sta attivando un processo che discute la referenzialità artistica per una ricollocazione di senso dell’arte stessa. Che sia vicina, tangibile, estensibile e polimorfa nella sua consapevole, partecipativa e nuova dimensione. Francesca Agostinelli